SESSO E POLITICA OVVERO ÉPATER LE BOURGEOIS!

Quando pensiamo all’accostamento tra sesso e politica ci vengono subito in mente gli scandali cui la politica americana ci ha abituati. Ma al di là della pruderie puritana d’oltreoceano, non manchiamo di osservare come, nel panorama di mille e più partiti che costellano l'affollato scenario politico italiano, manchi tuttavia un soggetto che ponga in maniera radicale al centro del proprio agire politico l'individuo, ripartendo dai suoi bisogni più profondi, per farsi carico delle esigenze del singolo. Persi come siamo a discutere di famiglia e società civile, dimentichiamo che una società felice si costruisce e fonda a partire dalla felicità dell'individuo. Che è fatta di sincera attenzione ai propri bisogni primari ed il sesso è un bisogno primario dell'uomo, al pari di cibo e acqua! Ed è un fenomeno sociale di primaria importanza!
Pensiamo ad esempio che la prostituzione rappresenta il 10% del PIL nei Paesi Bassi, fino al 3% in Giappone, mentre l'industria della pornografia è terza per importanza in Danimarca; in Ungheria è boom di produzioni di cinema hard mentre in Canada gli introiti della prostituzione nel 2002 sono stati 60 miliardi di euro e 52 per la pornografia.
Anche nel nostro paese cresce la voglia di trasgressione… basti pensare a quanti club privè o sexy-shop sorgono nelle nostre città. Perchè non dare allora finalmente pari dignità sociale a quello che ci ostiniamo a relegare come una questione assolutamente privata? Non ne discendono forse conseguenze pratiche per la nostra società e la vita di tutti i giorni? Affermava il filosofo Bernard de Mandeville: "Il vizio è tanto necessario in uno stato fiorente quanto la fame è necessaria per obbligarci a mangiare. È impossibile che la virtú da sola renda mai una nazione celebre e gloriosa". Finché ci ostineremo a negare cittadinanza alla socialità del sesso, non potremo costruire una società, seppur lontanamente, felice!