
Pensiamo al «vivere inimitabile» di Gabriele D’Annunzio, in cui la vita stessa si fa arte. D’Annunzio è sinonimo di piacere, anzi di piaceri: tutti quelli che concesse alla sua insopprimibile necessità di delizie. D'Annunzio ricercò e assaporò tutti gli aspetti del piacere della vita utilizzando ogni mezzo: la “lussuria belluina”, il “piacere perverso” e l'“immaginazione impura”. Il solo modo che conosceva per placare le voglie imperiose della carne era quello di abbandonarsi alla “sensualità fuor de’ sensi”, perché solo “dopo una lunga voluttà occulta, dopo la malvagia ebbrezza, il corpo è come alleviato”. Ma da buon maestro dei piaceri, sapeva bene che la voluttà è anche nel non essere mai sazio, e la sua perizia era allora nell’assaporare le mirabili fattezze di una donna dopo l’amore: perché la voluttà sta “nel possedere il corpo intiero, quasi nell'assorbire e sorbire tutte le curve, tutte le rotondità, e le cavità e le lunghezze”. Ma la cosa fantastica in d’Annunzio è che riusciva a trarre nutrimento intellettuale proprio dall'istinto sessuale, e una volta scrisse: “Non temo di guardare nel più profondo di me per iscoprire come dall'ingombro carnale, come dalla bestialità indomita, come dalla turbolenza sanguigna si esalino le aure divine dei mio spirito”. D'Annunzio si è valso della lussuria per una sorta di conoscenza e una sorta di ascesi. Quel che per altri è piacere, per lui è sacrificio e conoscimento. In nessuno degli scritti ascetici si troverà contemplata e indagata la morte come nei suoi libri erotici: la carne non è se non uno spirito devoto alla morte. Egli sente come la morte sia l'esperienza maggiore; più grande dell'amore; più decisiva dell'arte; più pericolosa dell'eroismo tragico. Ma essa è anche l'unica esperienza che non consenta ritorni.
In questo senso il sesso ci dice molto della nostra natura umana, è l'esperienza che ci porta ai confini della nostra umanità, merita di essere indagato per giungere attraverso esso all'essenza della nostra umanità e permetterci così di trascenderla. Il sesso è arte, il sesso è cultura.