Ma insomma, si chiedono in molti, cos'è Sexpol?
Un partito, un'organizzazione, cosa? Niente di tutto ciò. Forse la definizione che più si adatta é: un movimento neo-situazionista (ma già qui le cose si fanno complicate, poichè il situazionismo era un movimento che non esisteva...). Facciamo nostra la strategia culturale del situazionismo: "forzare i limiti dell'esistente e del possibile senza perdersi nell'utopia". Siamo 'guerriglieri' culturali, che combattono contro una morale, un sistema di valori stantio, vetusto, ipocrita e sessuofobico.
Guy Debord, il massimo critico della Società dello Spettacolo, la società nella quale "l'apparire predomina sull'essere" (e non possiamo non riconoscervi la nostra...) aveva sottolineato come lo spettacolo sia nuovo strumento di controllo sociale. Lo vediamo quotidianamente, persi come siamo a seguire le vicende di veline e calciatori, starlette e vip di turno... Allora democratizziamo lo spettacolo, portiamolo nelle strade, rendiamo momenti quotidiani insignificanti pregni di significato tanto da diventare notizia, nell'ottica hegeliana di sintesi, di superamento di dialettiche ormai stantie. Nella dialettica pubblico/privato, anonimato/celebrità, creiamo nuove categorie. Stravolgiamo la schiavitù dell'etere che fa di noi passivi spettatori, perchè ciascuno torni ad essere protagonista della sua vita. Diventiamo noi stessi spettacolo, attori di una nuova rappresentazione. E riappropriamoci del sesso, non lo strumento di carriera, non la merce dei pornografi, non l'abiezione dei pedofili, ma il potente gesto di affermazione della gioia e della voglia di vivere, della bellezza di una vita positivamente libera da inibizioni e condizionamenti.
“Ciò di cui lo spettacolo può smettere di parlare per tre giorni è uguale a ciò che non esiste." G. Debord