LETTERA APERTA a Silvio BERLUSCONI e Walter VELTRONI

Non intendiamo diventare l'ennesimo partito politico italiano (quale, l'80°? se ne è persino perso il conto...), anche se il successo di adesioni potrebbe forse spingerci in tale direzione. Vogliamo invece richiamare l'attenzione, stimolare una riflessione politica non più avulsa dal sentire comune, specie delle nuove generazioni. Chiamare in causa le motivazioni più profonde dell'essere umano e del suo agire sociale.
La politica italiana non sa parlare ad ampi strati della nostra società, viene percepita come 'roba' da addetti ai lavori. Senza voler con questo fare del facile qualunquismo.
Condividiamo infatti quanto affermò J. F. Kennedy: «Puoi anche non occuparti di politica, ma la politica si occuperà comunque di te».
In una società che presenta le sempre nuove sfide dell'era post-moderna, vogliamo focalizzarci su un'individualità alla ricerca di nuove dimensioni.
Quando a venir messa in discussione è stata la loro libertà, gli italiani hanno saputo comprendere l'importanza sostanziale per la loro vita di quelle battaglie, come è stato per il divorzio e l'aborto.
Solo se saprà nuovamente attingere ad un patrimonio ideale genuinamente libertario, la politica riconquisterà centralità. Altrimenti rischia di proseguire il suo percorso di alienazione destinato a renderla sempre più corpo estraneo nella quotidianità della maggior parte degli italiani. Le nuove generazioni hanno già rinunciato in larga misura ad interessarsi ad una politica che non sa emozionare, ridotta com'è a sterili personalismi o mero tecnicismo amministrativo.