Una compiuta analisi del fenomeno 'abbigliamento' e, attraverso questo, della funzione assunta nella nostra società dal corpo. E' quanto traccia, con la lucidità e l'acume che gli sono propri, Roland Barthes nell'illuminante testo "Il senso della moda", edito da Einaudi.
"Ciò che attraverso il vestito viene messo in causa è una certa significazione del corpo, della persona." Già Hegel diceva che "il vestito è il momento in cui il corpo diventa significativo; in altre parole, il vestito è ciò attraverso cui il corpo diviene significante, e dunque portatore di segni." Flugel ha mostrato, a partire da presupposti freudiani, che "l'abbigliamento funziona per l'uomo come una sorta di nevrosi, perchè nasconde e mostra il corpo nello stesso tempo, esattamente come la nevrosi maschera e scopre - elaborando sintomi o simboli - ciò che una persona non vuol dire. Il vestito sarebbe in qualche modo analogo al fenomeno che rivela i nostri sentimenti quando arrossiamo per pudore; il nostro viso arrossisce, noi nascondiamo il nostro disagio nel momento stesso in cui lo mostriamo." E quindi un'attenta analisi di ciò che il corpo ha significato nei secoli e significa oggi, attraverso il modo di abbigliarlo. "Nelle società antiche il vestito aveva la funzione di ostentare, di segnalare differenze di stato, di condizione, in poche parole differenze di classe sociale. Il corpo umano non veniva mai visto nudo."
Nella società moderna "c'è stata una formidabile uniformizzazione del vestito", e le classi superiori hanno avuto bisogno, per differenziarsi, d'inventare dei dettagli nel vestito. "E' certamente in questo momento che la moda vestimentaria, il fenomeno della moda, ha assunto l'estensione che tutti conosciamo." Ed oggi? Assistiamo ad una "perdita della differenziazione sessuale a livello del vestito. Il corpo vestito rinuncia alla differenza, ma nello stesso tempo possiamo dire che si libera, e che il corpo si libera dal vestito. Riappare la nudità, in un sistema che mira a sottolineare e a significare la nudità." Ritroviamo la proposizione di Hegel, ovvero che "il vestito (o anche in certi casi l'assenza) ha la funzione di significare il nuovo corpo, il corpo moderno, un corpo che s'impone, che ci impone in un rapporto di desiderio."