Un pensiero di Catherine Millet

Sebbene formalmente oggi ci sia più libertà che in passato, il piacere è meno diffuso. La sessualità è diventata più complicata. La gente in fondo non è così libera come pensa di essere. Immaginare una società dominata da un edonismo pacificato e felice, da una riscoperta del corpo senza contraddizioni, da una sessualità armoniosamente libera mi sembra una bella utopia, un desiderio molto lontano dalla realtà. Se si realizzasse, significherebbe che saremmo stati capaci di liberarci completamente del male, del senso di colpa, delle pulsioni di morte. Non mi sembra però che ciò sia all'ordine del giorno. In una forma o nell'altra, il male e il senso di colpa sono sempre presenti nella nostra sessualità. Dobbiamo esserne coscienti. Alle sue origini, nel Settecento, il libertinaggio era tutto pervaso da una connotazione gioiosa e ludica. Questa dimensione è andata in gran parte persa. Oggi, anche chi pratica una sessualità più libera e libertina vive il sesso in maniera più contraddittoria. Senza dimenticare che deve anche fare i conti con una società che sta ridiventando puritana. Viviamo in una società apparentemente più permissiva e tollerante, ma nei fatti più coercitiva. Le pratiche libertine si scontrano sempre più spesso con le barriere erette dal nuovo moralismo. Un moralismo che pensavamo di aver spazzato via negli anni Sessanta e Settanta. Viviamo in un'epoca piena di contraddizioni. L'erotismo invade la pubblicità, i club scambisti vanno di moda, i giornali femminili parlano del sesso sadomaso senza problemi. Eppure poi, nella pratica quotidiana, le persone sono molto meno liberate di quanto non si possa immaginare. Chi prova a vivere in maniera più libertina e spregiudicata è guardato con sospetto. Personalmente rimpiango l'epoca in cui la sessualità impregnava tutta la filosofia della vita. L'epoca in cui l'erotismo era anche un modo per conoscere se stessi e gli altri, un modo per relazionarsi al mondo esterno. Oggi, la dimensione libertaria conta molto meno. Per i libertini contemporanei, il dato essenziale è la pura e semplice ricerca del piacere. La parola d'ordine è: ciascuno ha diritto all'orgasmo. È una rivendicazione che vale soprattutto per le donne, nei cui confronti agiscono ancora molti stereotipi conservatori. Si ammette il libertinaggio maschile, ma molto meno quello femminile. Le poche donne che praticano un libertinaggio spinto sono viste con sospetto. Allo stesso modo stupiscono le donne che ricorrono al sesso a pagamento, mentre per gli uomini è una pratica unanimemente accettata. Nell'immaginario collettivo, la donna deve essere consumata. Stupisce che sia lei a consumare gli uomini. Insomma, la completa libertà sessuale delle donne non è ancora realizzata. I cliché di cui continua a essere prigioniera sono talmente radicati nella nostra cultura che mi domando se un giorno riusciremo mai a sradicarli.