"...lo Stato vuole farsi carico della salute mentale degli individui. Basti pensare che oggi il consenso da solo non basta. Prendiamo la prostituzione: le leggi attuali nella maggioranza dei paesi suggeriscono che è inimmaginabile che una donna scelga liberamente di prostituirsi. O che un giovane tra i 15 e i 18 anni possa darsi a certe pratiche sessuali, ad esempio sesso di gruppo, o guardare un film porno. Si decide insomma quali pratiche sono "buone", spazzando via la nozione di consenso. Non è certo cosa da poco"
Lei cosa suggerisce?
"Un ritorno a formule classiche: determinare se c'è stata o meno violenza, se c'è o meno danno. Perchè fare sesso dovrebbe essere qualcosa di speciale? Perchè continuiamo a pensare che il sesso sia qualcosa di grave? Dovremmo sdrammatizzarlo. Invece arriviamo a casi assurdi, come è accaduto negli Usa, dove si è dimostrato che c'è stata una violenza sessuale perchè la donna era innamorata. I giudici hanno ritenuto che non era libera di acconsentire perchè appunto innamorata... Se portiamo questo ragionamento all'estremo, la donna innamorata è in assoluto la meno consenziente. Insomma, oggi la liberazione dei costumi in campo sessuale è accompagnata dall'incertezza permanente tra ciò che è lecito e illecito. La sessualità è intesa come luogo del pericolo." - Marcela Iacub intervistata dall'Espresso del 29 maggio 2008