Nel suo interessantissimo libro "La scomparsa delle donne", appena edito da Mondadori, Marina Terragni si interroga su una femminilità in cerca di sè stessa, la cui differenza oggi viene quotidianamente messa a repentaglio. E non tralascia di riflettere sul sesso, traendone un illuminante bilancio.
La designificazione del sesso innanzitutto: "più designifichi il sesso e più lui significa, e quello che significa può fare male". Ricorda che "Il mistero del sesso è scivoloso e non si lascia afferrare". Cita Catherine Breillat secondo cui il desiderio femminile non è ancora stato sdoganato. "I maschi reprimono e puniscono il sesso femminile per la sua maggiore capacità di godere...per gli uomini l'orgasmo è solo una piccola morte, per le donne è un'esperienza trascendente, il loro godimento è sacro".
E dunque agli uomini non resta che rifugiarsi nella bisessualità: "Comincio a credere che gli uomini che sono interessati al pieno godimento e realizzazione sessuale troveranno più facilmente quello che cercano scegliendo un rapporto omosessuale". O "non siamo in pochi a pensare che la bisessualità potrebbe esser la posizione migliore, chissà forse sarà il trend del futuro".
Insomma "tra pura animalità e simbolico, il sesso umano è sempre in una situazione piuttosto precaria. Non si riesce a tenerlo fermo per più di tanto dall'una o dall'altra parte. Quando ci provi, il desiderio si sposta".
La soluzione? Liberare la liberazione sessuale da un eccesso di maschile. Le donne "non hanno liberato la loro sessualità, hanno liberato la sessualità dei maschi. Hanno imparato a fare sesso come loro, si sono emancipate anche nel letto. La sessualità femminile è ancora tutta da esplorare e da liberare".