La complessità della sessualità femminile

"Ogni donna gode grazie a fantasie masochiste", afferma la psicoanalista H. Deutsch. Ma il paradosso è che, se queste fantasie si realizzano troppo bene, diventano insopportabili. La fantasia masochista accende il desiderio femminile ma, oltre un certo limite, lo ribalta in sofferenza, in trauma. S. Zizek dice: prendiamo due donne, una che indulge in fantasie di essere stuprata, e una che non ne ha per niente; se a entrambe capita di essere stuprate, ebbene, si può essere sicuri che per la prima il trauma sarà molto più devastante. Il godimento, sia nell'uomo sia nella donna, è agganciato sempre al godimento dell'altro. Ogni rapporto sessuale è un bricolage, un'arte di arrangiarsi. Lacan ripeteva una frase misteriosa: "Non c'è rapporto sessuale!". Voleva dire forse proprio questo: che non è un fatto di natura, è un fatto d'arte. C'è qualcosa di più naturale del fare l'amore? Ma appunto, ci vuole arte perché si compia natura. E, come in ogni arte, anche nel coito occorre una resistenza del materiale: il coito è un'opera riuscita quando la grande leggerezza che procura vien fuori dalla resistenza dell'altro. Forse anche per questo l'insoddisfazione femminile è diffusa, perché l'uomo neanche immagina le esigenze di una sessualità più complicata della sua. Ma perché la sessualità femminile è più complicata? Si fanno tanti congressi e si scrivono tanti saggi su di essa, e quasi niente sulla sessualità maschile. Si dà per scontato che la sessualità maschile sia una cosa ovvia, mentre quella femminile abbia del misterioso. Il sesso femminile difatti è doppio: clitoride e vagina. Come combinare i due piaceri è una cosa complessa, e ogni epoca assume l'uno o l'altro come quello naturale. In realtà la questione resta sospesa. Per il biologo S. Gould l'esistenza dei capezzoli maschili e della clitoride sono argomenti cruciali contro la versione "adattativista" del darwinismo. Gould dimostra che il piacere clitorideo non è affatto frutto di adattamento naturale, è solo vestigia dello sviluppo embrionale. La clitoride non serve a niente, è un organo che nessuna mammifera usa per il piacere, mentre il pene ovviamente serve ai mammiferi maschi sia per riprodursi che per godere. Solo la femmina umana ha scoperto o inventato questo piacere di cui la natura non sa che farsene, anche se oggi una teoria dominante lo considera veramente femminile; in realtà è un piacere effetto di un bricolage, di una distorsione - di una esattazione dicono i biologi - che non è contraria alla natura: è la natura che è "artistica", insomma perversa. Il piacere femminile non era nel "progetto". In realtà la natura non ha progetti, fa solo prevalere quello che si adatta all'ambiente, che ci dà più possibilità di riprodurci. L'orgasmo clitorideo è perversione rispetto all'adattamento: forse perciò è così piacevole... Del resto, anche l'orgasmo vaginale, se esiste (molte donne ne negano l'esistenza), è perverso. La sessualità femminile ci affascina oggi perché è perversa da entrambi i lati. Siamo normali grazie a un arzigogolo. Come le vignette di Rube Goldberg degli anni Trenta. L'inventore Lucifer Butts costruisce un'intera serie macchinosa di cause e effetti: tira una funicella che fa sparare una pistola che accende il gas della caffettiera che a sua volta induce un uccello a beccare una culla che sveglia un bambino...: un meccanismo ingegnoso e assurdo. La sessualità è un po' come le invenzioni del professor Butts: artificiosa e assurda. Ecco completamente sovvertita l'idea che ci si attrae perché la natura ci ha fatto complementari! Una cultura dominante, che va dalla Chiesa Cattolica ai Verdi, ci dice che è buono, bello e santo solo quello che è in accordo alla natura. Ma questo è assurdo, perché tutto è naturale. Quando si pensa a un orgasmo di una donna, si pensa al non plus ultra del biologico, invece è una "perversione" della biologia. Il piacere vaginale implica sempre un arzigogolo mentale, anche perché l'innervazione e la vascolarizzazione della vagina sono scarse. Esiste uno squilibrio tra l'immagine psichica del nostro corpo e la nostra immagine reale: forse proprio in questo è da cercare il segreto del godimento. In un certo senso si potrebbe dire che la donna sente eroticamente la vagina perché è il suo arto fantasma.
L'atto sessuale è sempre un atto di "compassione" per il desiderio dell'altro. Ma la considerazione del godimento dell'altro è diversa nel maschio e nella femmina. La specificazione maschile - dovuta al cromosoma Y - nell'embrione arriva tardi. Eppure l'essere femmina è un in-più, implica un'elaborazione. Mentre il maschio ha l'illusione che la sua sessualità sia sul versante del bisogno naturale, la donna, per poter funzionare come donna, la deve usare come arte. Nella pratica psicoanalitica, le cose interessanti sulla sessualità vengono dette quasi sempre da pazienti donne. Gli uomini invece sono di solito banali, ottusi, quando si parla di sessualità. È nella donna che si scopre che la natura è arte. La sessualità femminile è complessa e smaschera anche l'apparente semplicità di quella maschile. Se la maggior parte dei transessuali sono uomini che vogliono diventare donna, e non viceversa, è, secondo me, per un'esigenza di verità, semplicemente per capire la verità della sessualità." - S. Benvenuto